Gaze Photography
Our vision is never conventional
GUEST ARTISTS NY
Gelato! Art Salon e Gaze Photography in collaborazione con Alessandra Carbone, accendono le luci di New York City a Roma nell'ambito della seconda edizione del Premio Art. L'idea di instaurare un canale di comunicazione tra l'evento espositivo Premio Art - avamposto ormai riconosciuto dell'avanguardia artistica italiana - e la produzione artistica emergente dal tessuto in continua metamorfosi di cui è rivestita New York City, nasce come un’esigenza naturale, perché intrinseca all'esperienza personale e lavorativa di A. Carbone (nel documentare il percorso di artisti trapiantati nella grande mela) da una parte e alla vocazione stessa all'incontro tra culture artistiche anche molto distanti tra loro di Gelato!Art Salon (“un'esclusiva e itinerante fiera dell'arte per persone creative, con base a Brooklyn”) e Gaze Photography (“una piattaforma fotografica aperta, con base a Roma, Berlino e NYC”) dall'altra.
I parallelismi tra Roma e NYC - entrambe, in una fase della loro storia, assurte come assolute capitali mondiali anche della cultura, nella loro qualità di crocevia e crogiolo di popoli e storie di tutto il mondo - non sono certo una novità. Oggi, all'alba del 2014, le due città agiscono in qualche modo da specchio l'una dell'altra: la capitale "antica" guarda a New York, alla sua freschezza e spontaneità, come a una fonte d’ispirazione per rimanere "viva" nell'unico modo possibile: accettando di mettersi in discussione sempre, di accogliere il cambiamento per non morire. New York City dal canto suo guarda a Roma, alla sua saggia indolenza, alla sua "eternità" - oltre che con un'incredibile ammirazione, quasi naif - come a una promessa, la prova concreta che trovarsi l'umanità intera come vicina di casa abbia effettivamente una possibilità, un futuro.
Le opere di questa sezione americana del Secondo Step di Premio Art Caffè Letterario di Roma rappresentano la tensione comunicativa tra due civiltà urbane, ma anche quella tra l'io e l'altro da sè, la natura, la storia, l'arte, il mistero della vita… e ci raccontano del suo riflettersi sull'individuo.
I primi tre artisti che vengono presentati:
Nelle donne delle sue Body Projections, con Joel Simpson (www.joelsimpsonart.com) il corpo femminile diventa un simbolo universale, un monito, plasmato dalla superficie scabra della roccia, scavato dalle venature di una corteccia d'albero o impresso nella filigrana di una foglia - attraverso la proiezione di diapositive sul corpo di una modella - e le "sculture virtuali" che ne emergono silenziosamente ci ricordano che ogni individuo si porta dentro tutta la storia del mondo.
Le immagini di Allistar D. Peters - Omorphy, Desnudo Proyeccion (www.omorphyphotos.com) - che nascono dall'integrazione tra la fotografia e il segno grafico organico di Marina Valerie - fermano nello scatto il momento del processo creativo in cui il corpo umano, l'Io, si fonde liberamente con l'elemento vitale della traccia pittorica, lasciandosene avvolgere per diventarne veicolo e formaconcreta nello spazio fisico, ma anche in quello della mente.
La serie Collin, 2013 di Gisella Sorrentino (www.gisellasorrentino.com) - realizzata su pellicola con la tecnica della doppia esposizione - oltre a cogliere i risultati sempre diversi dell'incontro tra fotografia e movimento, ci apre alla possibilità di scoprire ulteriori, sorprendenti interdipendenze tra la dimensione interiore e il contesto, tra l'io e lo spazio. Emerge in questi scatti un invito alla "resa" del soggetto alla bellezza, alla provocazione sensuale della natura come luogo di una memoria collettiva, nel quale perdersi è necessario proprio per ritrovare se stessi.
Per il Quarto Step Espositivo presentano un artista di Brooklyn con una formazione da illustratore, una passione per la fotografia e una insaziabile curiosita` di indagare la natura della relazione tra il soggetto e la sua dimensione emotiva piu` profonda: Scott Weingarten.
Dagli scatti di questo fotografo - originario di Brooklyn – emerge una tensione costante tra l'aspirazione ideale all'armonia delle forme in senso puramente classico da un lato e la tentazione molto contemporanea di rivelare la natura utopistica di tale aspirazione dall’altro.
Ponendola in giustapposizione sempre inusuale e provocatoria con elementi che ne caratterizzano un tratto peculiare o socialmente riconoscibile, nei suoi ritratti Weingarten mette a nudo l'essenza piu` intima della persona, e il suo insopprimibile bisogno di essere, appunto, conosciuta ‘oltre la forma’.